Disturbo Ossessivo-Compulsivo: tipologie e significati

Psicologa Psicoterapeuta – Marta Joanna Venturini Drabik

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) può manifestarsi in forme molto diverse.
Al di là delle etichette più note — lavaggio, controllo, ordine, ripetizione — ciò che distingue una tipologia di DOC da un altro è il nucleo emotivo e cognitivo che lo sostiene.
Le configurazioni cliniche principali possono essere comprese all’interno di specifiche aree tematiche.

Responsabilità per il danno

In questo dominio l’ansia nasce dal timore di poter causare un danno, anche in modo involontario.
Il nucleo è la responsabilità morale: l’idea che prevenire ogni rischio sia un dovere assoluto, e che una minima disattenzione possa trasformarsi in colpa.
La persona vive la sicurezza degli altri come interamente dipendente dal proprio controllo.

a. Danno materiale o diretto

Il pericolo riguarda azioni o omissioni concrete: lasciare il gas aperto, non chiudere la porta, dimenticare un fornello acceso, investire qualcuno, provocare un incendio o una perdita d’acqua.
L’attenzione è rivolta alla possibilità di commettere un errore con conseguenze reali e visibili.
Le compulsioni più frequenti sono controlli ripetuti, riletture, revisioni mentali o richieste di rassicurazione (“ho chiuso davvero?”, “ero abbastanza attenta?”).
L’emozione dominante è la colpa morale per negligenza, sostenuta da standard elevati e da un senso di dovere inflessibile.

b. Contaminazione (contagio)

In questa variante il timore non è tanto di provocare un incidente, ma di poter contagiare qualcuno con una malattia grave a causa di una propria disattenzione o negligenza.
La persona teme dunque di contaminarsi e di trasmettere sostanze, germi, malattie o impurità a sé o agli altri — anche solo tramite il contatto con oggetti o superfici.
Il focus resta sulla responsabilità morale verso la salute e la protezione degli altri: “Non posso accettare il benché minimo rischio di poter far ammalare qualcuno”.
Le compulsioni (lavaggi, igienizzazioni, evitamento del contatto con oggetti o persone) servono a ridurre il rischio percepito e a scongiurare la sensazione di colpa per un possibile danno invisibile.

In entrambe le forme, la mente lavora incessantemente per anticipare, controllare e neutralizzare ogni possibilità di errore, come se la sicurezza dipendesse interamente dalla propria vigilanza.

→ approfondisci il trattamento del DOC


Pensieri inaccettabili

Nei pensieri inaccettabili, conosciuti anche come ossessioni pure, l’ossessione riguarda la comparsa di pensieri, immagini o impulsi a contenuto violento, sessuale, blasfemo o moralmente disturbante, percepiti come incompatibili con la propria identità.
Non si teme un danno esterno, ma ciò che il pensiero potrebbe significare (“Se mi è venuto in mente, forse lo desidero davvero”).

Le compulsioni sono spesso mentali: neutralizzare, analizzare, chiedere conferme, monitorare le proprie emozioni.
Il nucleo è il timore identitario — la paura che un pensiero riveli qualcosa di inaccettabile su di sé.

Esistono alcune varianti particolari dei pensieri inaccettabili:

  • R-OCD (Disturbo ossessivo compulsivo da relazione), in cui il dubbio si concentra sui sentimenti o sulla relazione: “E se non lo amassi davvero?”. l tema dominante in questo caso è l’autenticità dei propri sentimenti e del proprio coinvolgimento relazionale. → vai alla pagina dedicata al R-OCD
  • SO-OCD (Disturbo ossessivo compulsivo sull’orientamento sessuale), in cui il dubbio si concentra sul proprio orientamento sessuale. In questo caso non c’è reale ambivalenza circa l’orientamento ma è presente un’intolleranza di fondo all’idea di poter essere diversi da ciò che si è. → Scopri di più sul SO-OCD

Disgusto e contaminazione

Nel DOC da disgusto la principale compulsione riguarda il lavaggio e la purificazione. In questo caso, però, la motivazione interna che spinge a mettere in atto la compulsione non è legato al tema della responsabilità ipertrofica, bensì dal bisogno di ripulirsi da qualcosa di percepito come disgustoso, impuro o contaminante.
Il disgusto può manifestarsi in due varianti principali.

a. Disgusto sensoriale

Qui prevale il disgusto fisico o percettivo: sporcizia, odori, texture, colori, sostanze.
Le compulsioni (lavaggi, sostituzioni, evitamenti) servono a eliminare la sensazione di fastidio.
È la forma più legata al perfezionismo percettivo, le persone che ne soffrono manifestano una alta sensibilità ed una bassa tolleranza all’emozione del disgusto e, conseguentemente, manifestano reazioni sproporzionate rispetto a quelle attese di fronte a stimoli oggettivamente disgustanti. In altre parole, in questo tipo di DOC, la reazione non nasce dalla presenza di stimoli insolitamente disgustosi quanto, piuttosto, dall’intesnità e dalla difficoltà di regolare il senso di repulsione che questi stimoli suscitano.

b. Contaminazione mentale

In questo caso la contaminazione è simbolica o morale.
La persona si sente “sporca dentro” dopo aver vissuto un contatto percepito come degradante, umiliante o colpevole — un errore, un’offesa, un ricordo traumatico.
Il bisogno di purificarsi (lavaggi simbolici, preghiere, atti riparatori) nasce da disgusto morale, dalla colpa o dalla vergogna.
È frequente nei quadri con esperienze di vita traumatiche o in cui il senso di sé è associato alla purezza e alla coerenza etica.


“Not Just Right Experience” (NJRE)

Nella NJRE, letteralmente, “sensazione di non a posto” non c’è un pensiero ossessivo, ma una sensazione che qualcosa non sia “giusto”.
Un gesto, un oggetto o una parola devono essere ripetuti o corretti finché non si raggiunge una percezione di completezza interna.
In questa particolare configurazione, le compulsioni (ordinare, allineare, ripetere) servono a ricreare una coerenza percettiva o corporea, non a prevenire un pericolo o un danno concreto.

Questo dominio è fortemente connesso al perfezionismo patologico, dove la ricerca di simmetria e precisione diventa un modo per ristabilire equilibrio e padronanza.


Iperconsapevolezza sensoriale (Sensorimotor OCD)

L’iperconsapevolezza sensoriale, definita anche DOC da iperconsapevolezza o Sensorimotor OCD, è un particolare tipo di condizione che sta emergendo recentemente in letteratura. In questa specifica configurazione, simile alla NJRE, l’attenzione si fissa su processi corporei automatici — respirare, deglutire, sbattere le palpebre, percepire il respiro o la posizione della lingua.
In questo caso il problema non è rappresentato dall’idea che il processo “non sia a posto” quanto, piuttosto, dal fatto che la persona diventa iperconsapevole di funzioni che di solito avvengono in modo spontaneo, e teme di non riuscire più a smettere di accorgersene.

Il nucleo non è la colpa, ma un loop attentivo: l’attenzione resta intrappolata nel tentativo di controllare qualcosa che diventa disturbante proprio perché osservato.
Il disagio diminuisce solo quando il processo torna automatico — cosa che l’ipercontrollo, paradossalmente, impedisce.


Responsabilità, pensieri inaccettabili, disgusto, NJRE e iperconsapevolezza rappresentano delle traiettorie del funzionamento ossessivo, spesso intrecciate tra loro.
Riconoscere quale nucleo prevale consente di costruire una formulazione clinica precisa e un intervento mirato, restituendo alla persona flessibilità, spontaneità e fiducia nei propri stati interni.

Maggiori informazioni

Mi occupo di valutazione e trattamento del DOC presso la sede del centro clinico Logos di Montecatini Terme e presso l’Istituto IPSICO di Firenze. In casi selezionati, il percorso può anche essere svolto online. Per informazioni o richieste di appuntamento o supervisione è possibile utilizzare il form nella pagina Contatti

Per approfondire il mio approccio alla terapia cognitivo-comportamentale puoi visitare la sezione Psicoterapia. Nella Home trovi informazioni sulla mia attività clinica, formativa e di ricerca.