Chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo necessita dell’aiuto di un professionista.
È dimostrato che, come per molti altri disturbi, prima si chiede aiuto, maggiore è la probabilità di una remissione sintomatologica.
Le linee guida (NICE, 2006) affermano che i migliori trattamenti ad oggi disponibili per il disturbo ossessivo compulsivo sono la psicoterapia cognitivo comportamentale (TCC) e la terapia farmacologica.
Per quanto concerne la farmacoterapia, le sostanze più efficaci sembrano essere gli SSRI (Inibitori Selettivi del Reuptake della Serotonina).
Per quanto riguarda la psicoterapia invece, le tecniche cognitivo-comportamentaliche ad oggi risultano le più efficaci sono l’ Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP) e la ristrutturazione cognitiva.
L’esposizione con prevenzione della risposta è una tecnica di matrice comportamentale. Essa ha l’obiettivo di aumentare la tolleranza al rischio e ridurre l’ansia associata al pensiero ossessivo.
Le tecniche di ristrutturazione cognitiva hanno invece l’obiettivo di agire proprio sugli errori di ragionamento tipici della spirale ossessivo compulsiva.
La scelta di optare per una terapia farmacologica o una psicoterapia (o per una combinazione delle due) dipende da diversi fattori quali, ad esempio, la gravità del disturbo e l’eventuale co-presenza di altri disturbi, tra cui, ad esempio, i disturbi d’ansia e/o la depressione.